LA MORTE DELLA PIZIA
di Friedrich Dürrenmatt
traduzione di Renata Colorni edita da Adelphi
adattamento teatrale di Patrizia La Fonte e Irene Lösch
in accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Diogenes Verlag
con Patrizia La Fonte e Maurizio Palladino
Regia Giuseppe Marini
Scena Alessandro Chiti
Costumi Helga H. Williams
Musiche originali Paolo Coletta
Disegno luci Alessandro Greco
Foto di scena Pino Le Pera
Assistente alla regia Giorgia Macrino
Organizzazione Rossella Compatangelo
Produzione Progetto Goldstein
IN BREVE
Le molte verità di Delfi e le fake news intorno alla vicenda di Edipo, manipolate da oracoli e veggenti, hanno colori grotteschi e beffardi nel racconto di Durrenmatt, pubblicato nel 1976 e uscito in Italia nel 1988, qui per la prima volta in forma teatrale. Nel tentativo di conoscere e capire la realtà, si fa sempre più leggibile il conflitto insanabile tra chi vede la follia del caso e chi cerca di leggere un senso organico nel groviglio degli accadimenti che ci travolgono.
Pannychis Undici, sacerdotessa Pizia alla fine dei suoi giorni, assistita dal sacerdote Merops Ventisette, sensale e cassiere, è chiamata dal potente Tiresia a rivedere le vicende e le profezie – di cui entrambi si sono resi in diverso modo artefici – al cospetto imbarazzante delle vittime dei loro responsi. Edipo, Giocasta, la Sfinge, appaiono sulla scena come visioni rivelatrici della fragilità dei nostri mezzi di conoscenza.
Il testo di Dürrenmatt rimanda al cinismo delle informazioni pilotate e al caos di notizie che oggi ci disorienta anche di più che nel suo tempo. Così abbandonati alla deriva, siamo costretti a scegliere una nostra verità. Unica consolazione e liberazione dal panico: i momenti di catartico, amarissimo riso.